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Ancora una volta l’arte contemporanea sta cercando di salvare il mondo; questa volta l’artista e il suo team si stanno avvicinando, con i piedi per terra, alla gente comune, direttamente a Castello, forse l’ultimo vicolo della classe operaia non gentrificato di Venezia. L’obiettivo proclamato è dare voce alla popolazione locale, ascoltarla e aiutarla a negoziare con il male: un regime capitalista e un demone neoliberista che uccidono il pianeta, rappresentati da una società che vuole costruire un enorme hotel vetrato che bloccherà il sole necessario alle vicine vigne dei monaci. Ma l’artista lotta anche con i propri demoni interiori e il desiderio di fama, riconoscimento e sostegno da parte dei ricchi e dei potenti: come farà? Da che parte starà? Riuscirà forse a trovare un compromesso così da riconciliare e unire le persone verso un obiettivo comune?
Lungo questo difficile percorso, una strana voce interna, un ‘gut feeling’ — un coro di batteri che vivono nello stomaco — guida il protagonista nel prendere decisioni. Al fine di rafforzare la comunità e trovare un linguaggio comune, l’artista realizza una scultura sociale diffusa nella Salizada. In una ex lavanderia abbandonata apre un’azienda agricola cooperativa per la lavorazione e fermentazione di alghe invasive. In questa cooperativa, recluta vecchi e nuovi compagni: un celebre chef, la comunità locale, scienziati, alghe, batteri, anarchici e capitalisti. Come in un epico film fantasy, la battaglia per i cuori e le menti delle persone ha inizio.
—Robertas Narkus
Gut Feeling è una complessa opera site-specific, in cui l’artista Robertas Narkus, si muove abilmente tra il desiderio sincero di cambiare il mondo, il credo nella promessa della collaborazione, le sue egocentriche ambizioni e un flirt con le strutture finanziare, il progresso tecnologico e l’umorismo. Il termine ‘gut feeling’ descrive un senso di intuizione, o una sensazione, che, secondo una tradizione quasi dimenticata e le ultime scoperte scientifiche, lega le attività dell’intestino con il cervello.
In collaborazione con un noto esperto di fermentazione, scienziati, artisti, residenti e piccole imprese locali, R. Narkus ha creato, in una delle ultime piazze non ancora gentrificate nel Sestriere di Castello, una scultura sociale — dando vita a una cooperativa surrealista che produce un misterioso prodotto a base di una specie invasiva di alga raccolta nelle acque locali. Questa specie di alga, Undaria pinnatifida, nota anche come Wakame, è una pianta invasiva che si è diffusa dall’Asia al resto del mondo — Venezia inclusa — a seguito della globalizzazione. È una delle risorse di cibo più nutrienti e rapidamente rinnovabili, apparentemente in grado di risolvere gli imminenti problemi alimentari della popolazione terrestre in rapida crescita.
Il padiglione è diviso in due aree. Una è dedicata alla sperimentazione e alla produzione, l’altra alla rappresentazione e alla distribuzione, imitando così delle strutture di produzione capitalistica. L’installazione-totale presenta elementi distorti di un laboratorio, una fabbrica e un negozio, producendo esperimenti futuristici realizzati in situ con materiale organico e parti automatizzate e programmate che eseguono gesti ripetitivi. Il tutto è intrecciato e completato da photo collage, sculture e video.
Influenzato dai vari incontri sociali e collaborativi che hanno galvanizzato le pratiche artistiche degli anni Novanta, il lavoro di R. Narkus si sviluppa nella tensione tra la forma dell’opera d’arte, la rappresentazione delle basi concettuali e l’esperienza temporale e collettiva del suo sviluppo e percezione. Gut Feeling riunisce e coinvolge diversi gruppi sociali e individui caratterizzati da interessi e aspirazioni contrastanti — il progetto stesso diventa uno strumento per promuovere questo tipo di incontri.
In qualità di iniziatore di numerose organizzazioni sperimentali di arte, gestione e produzione alimentare, R. Narkus trae spesso ispirazione dal mondo degli affari e delle start-up. Affiancando all’ottimismo e allo spirito di iniziativa il loro spesso invisibile sottoprodotto — l’amarezza della delusione — R. Narkus crea opere tragicomiche. In quello che può essere visto come un mix quasi casuale di oggetti alla moda e tendenze, frammenti delle ultime teorie e strategie di arte contemporanea, Robertas Narkus costruisce una riflessione stratificata e spesso deliberatamente iperbolizzata del nostro tempo.
—Neringa Bumblienė, la curatrice
Robertas Narkus
(1983) vive e lavora a Vilnius. Narkus ha iniziato un dottorato di ricerca presso l’Accademia delle Arti di Vilnius nel 2019 e nel 2020 ha intrapreso un programma post-laurea in Collective Practice Research presso lo Stockholm Royal Institute of Arts. Nel 2001 ha conseguito un master presso il Dipartimento di Fotografia e Media Art della Accademia delle Arti di Vilnius e nel 2015 una secondo master presso il Sandberg Institute di Amsterdam. Le sue mostre personali si sono tenute presso Galerija Vartai (Vilnius, 2020), David Dale Gallery (Glasgow, 2019), Contemporary Art Center (Vilnius, 2017), Tenderpixel (Londra, 2015). Le opere di Narkus sono state presentate in importanti mostre collettive internazionali al de Appel di Amsterdam, alla XII Triennale Baltica, alla Biennale di Kaunas, alla V Biennale di Marrakech. Ha partecipato a residenze artistiche presso Iaspis a Stoccolma e Delfina Foundation a Londra. Narkus è il fondatore del Vilnius Institute of Pataphysics; del circolo per artisti Autarkia; del camp di ingegneria sperimentale eeKūlgrinda; e del ristorante Delta Mityba.
Neringa Bumblienė
è curatrice, critica e consulente d’arte. Dal 2014 lavora come curatrice presso il Contemporary Art Center (CAC) di Vilnius, Lituania. Si è laureata all’Accademia delle arti di Vilnius con un master in Studi Curatoriali e alla scuola curatoriale École du Magasin di Grenoble, in Francia. Nel corso della sua carriera ha lavorato a numerosi progetti di arte contemporanea, da mostre collettive internazionali su larga scala, come Head with Many Thoughts (co-curata, più di 50 artisti partecipanti, 2020) e la XIII Triennale Baltica. Give Up the Ghost (co-curata, 70 artisti partecipanti, quattro sedi in altrettanti paesi, 2017–2018), a presentazioni personali di artisti affermati ed emergenti. I suoi recenti progetti curatoriali includono le seguenti mostre personali: The Board di Robertas Narkus alla galleria Vartai di Vilnius (2020); Return di Michael Rakowitz (2020), Tactics & Techniques di Alejandro Cesarco (2019), Phantom di Daniel Steegmann Mangrané (2018) e The Light is no Brighter at the Center di Liam Gillick (2017), le ultime quattro delle quali al CAC di Vilnius. È curatrice del Padiglione della Lituania alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte — La Biennale di Venezia con il progetto Gut Feeling di Robertas Narkus (2022) e Direttore Artistico della I Biennale di Vilnius per la Performance Art che si terrà nel 2023. È un’esperta di arte contemporanea presso il Lithuanian Council for Culture, membro del consiglio dell’IKT — International Association of Curators of Contemporary Art e della fiera d’arte ArtVilnius. È anche membro della Lithuanian Interdisciplinary Artists’ Association.
Kęstutis Kuizinas
è direttore e fondatore del Contemporary Art Centre, Vilnius. Ha guidato l’istituzione dalla sua fondazione nel periodo post-sovietico all’inizio degli anni Novanta, fino alla sua attuale posizione di rilievo internazionale. È stato responsabile, sia come direttore artistico che come curatore (1998), per l’internazionalizzazione della Triennale Baltica dell’era sovietica, facendola diventare uno dei festival d’arte contemporanea più importanti dell’Europa centrale e orientale. Nel 2009 Kuizinas ha co-curato la X Triennale Baltica, intitolata Urban Stories, con la curatrice belga Ann Demeester, direttrice di de Appel. Sotto la guida di Kuizinas, il CAC è diventato famoso per lo sviluppo e la sperimentazione costanti, associati a dinamici allestimenti e strutture architettoniche, tra cui i progetti Reading Room (2009), CAC Cinema (2012) e Sculpture Yard (2017), e all’espansione del programma nell’editoria con il trimestrale “CAC Interviu”, e persino nella televisione, con il progetto artistico-televisivo CAC TV andato in onda sull’emittente nazionale lituana dal 2004 al 2007. In qualità di curatore, Kuizinas ha presentato mostre in tutto il mondo, tra cui, in qualità di commissario, il padiglione lituano con Deimantas Narkevicius alla 49. Biennale Arte di Venezia (2001) e la partecipazione lituana alla 26. Biennale di San Paolo (2004). A riconoscimento della sua carriera, nel 2006 è stato nominato negli Stati Uniti per il Walter Hopps Award for Curatorial Achievement, ha fatto parte di numerosi board e giurie internazionali e nel 2009 è stato presidente delle giurie del Prix de Rome (NL) e dell’Innovation Prize (RU). Nel 2011 Kestutis Kuizinas è stato commissario del Padiglione della Lituania, Menzione Speciale della giuria alla 54. Biennale di Venezia, con il progetto Behind the White Curtain dell’artista Darius Miksys.
David Zilber
è uno chef professionista, fermentatore, macellaio e fotografo originario di Toronto, Canada. Dal 2004 lavora in alcune fra le migliori cucine del mondo e dal 2016 al 2020 è stato direttore del famoso Fermentation Lab del Noma Restaurant, impiegando microbi per trasformare gli alimenti in nuovi audaci ingredienti. Durante la sua permanenza al Noma ha scritto il bestseller del New York Times The Noma Guide to Fermentation. Da allora è diventato una delle voci per la comunicazione scientifica di una nuova generazione di cuochi e appassionati del mondo del cibo e della fermentazione; attualmente lavora a Copenaghen come scienziato alimentare, con l’ambizione di costruire un sistema alimentare per tutti più sostenibile.